Quand’è stata l’ultima volta che hai giocato? Che hai riso a crepapelle? Che ti sei divertito con niente?! Molte persone a questa domanda non sanno rispondere, chinano la testa perché non se lo ricordano, o peggio ancora non capiscono la fondamentalità della domanda ritenendo, essendo adulti, di non avere tempo per giocare e ridere, dovendosi occupare di cose molto più importanti e serie (” Non sto giocando”…)
La parola GIOCO rimanda facilmente a qualcosa di superfluo, a un passatempo, a un’ attività puerile, inutile per gli adulti, legata alla sfera del divertimento e quindi quanto meno opzionale. Simile connotazione è riservata anche alla sfera del RIDERE. Vari modi di dire denotano come ridere sia spesso considerato qualcosa di sciocco o superficiale (Il riso abbonda sulla bocca degli stolti…).
Il gioco invece è una cosa molto seria e importante! Lo sanno bene i bambini, che quando giocano (la loro dimensione naturale) sono super concentrati, attenti ai ruoli, alle regole, alla storia…e non sopportano essere disturbati, interrotti o sminuiti.
Il gioco è fondamentale per sviluppare l’arte di creazione della realtà attraverso il potere dell’immaginazione.
Troppo spesso incontro adulti stressati che alla mia “prescrizione” di giocare, divertirsi, ridere, dedicare un tempo quotidiano o almeno settimanale a ciò che più li fa tornare bambini mi rispondono che non sanno da dove incominciare, che non si ricordano più come si fa, o che non hanno tempo… Ebbene, se anche tu rientri in questo macro gruppo di persone allora puoi impegnarti seriamente a ritrovare quell’energia, quella spensieratezza, quella voglia di gioire, di celebrare la vita, di assaporare la meravigliosa intensità del tempo lasciato essere senza guardare che ora è…in quale modo spetta a te ri-scoprirlo…pensa a ciò che ti piaceva fare da bambino…solitamente a quell’età in cui si è puri e naif si sa bene come essere felici, e ogni occasione è buona per giocare, sognare, inventare storie, creare oggetti magnifici a partire da niente, oggetti che si animano, si trasformano, in un continuum spaziotemporale davvero magico.
Forse potresti adorare andare in bicicletta, o a cavallo (che ne dici di provare?!), oppure cantare, ballare, suonare quello strumento musicale che hai sempre voluto imparare a suonare, disegnare, dipingere, usare i colori, usare le mani, o forse se hai figli piccoli o nipotini o bambini di amici potresti giocare con loro, lasciarti condurre da loro! Grandi maestri di gioco e risate sono i cani, i gatti e gli animali in generale! stai con loro più che puoi e lascia che il tuo cuore si alleggerisca!
Potresti anche ricominciare a uscire con quelle amiche che non vedi da tempo, e passare una serata a raccontare cose divertenti! Se con il tuo gruppo di amici ormai non fate che parlare di problemi ad ogni uscita…mmh valuta di alternare le tue uscite con amici meno problematici!
Prendi il coraggio di iniziare a fare qualcosa che pensi ti divertirebbe! Non basta qualcosa che ti dia serenità, occorre DIVERTIRSI, RIDERE, GIOCARE!
La leggerezza non è superficialità, al contrario è la necessaria condizione affinché ci sia equilibrio e armonia nelle nostre vite fin troppo appesantite.
Molti grandi maestri spirituali sono o sono stati persone di grande umorismo, sempre col sorriso sulle labbra, dalla battuta facile, sempre pronti a raccontare storie divertenti o che suscitassero il riso nei loro ascoltatori; penso ad esempio allo humor sottile e raffinato di Sri Aurobindo, o alle storielle raccontate nella tradizione Zen per trasmettere insegnamenti metafisici profondi, storielle che spesso sembrano vere e proprie barzellette, e attualmente all’amato Eckhart Tolle, che trova l’ironia anche nella situazione più drammatica.
Saper ridere, con semplicità, purezza del cuore, è una qualità di chi sa non prendere questo mondo troppo sul serio, di chi, come insegnava Gesù, sa “essere nel mondo senza essere del mondo. In Matteo 18,1-5 si legge: “Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:- In verità vi dico, se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”
Con questa stessa chiave di lettura potrebbe essere interpretato anche l’antico rito egizio della pesatura del cuore da parte del dio Anubis. Nel capitolo 125 del Libro dei Morti viene descritto questo rito in cui il dio Anubis accompagnava il defunto nella sala di Osiride dove, alla presenza di quarantadue giudici, doveva affrontare il giudizio divino. Anubis deponeva il cuore del defunto su un piatto della bilancia, mentre sull’altro veniva posata una piuma, a rappresentazione della giustizia e dell’equilibrio cosmico. La pesatura era sorvegliata e registrata dal dio Thoth. Se il cuore faceva pendere la bilancia il defunto veniva divorato dalla dea Ammit. Mi piace pensare che tale leggerezza del cuore, indispensabile per ottenere l’immortalità dell’anima, non riguardasse solo le colpe commesse durante la vita, ma soprattutto riguardasse una modalità di vivere l’esistenza basata sulla gioia, sull’amore e sulla leggerezza tipica delle frequenze di Luce.
Buon divertimento a tutti! La vita è degna di essere celebrata e vissuta con gioia ogni istante. Questo dovrebbe essere il pensiero costante nella nostra mente ogni mattina quando apriamo gli occhi: come posso essere felice oggi e rendere felici e migliori le persone che incontro e tutto il mondo?
Con amore, luce e allegria!
Franca Soavi
“Esci dalla tua testa, entra nel tuo cuore: pensa meno, senti di più”
Osho-
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2018