Contemplando questa straordinaria statua egizia, risalente a ben 4500 anni fa circa, mi sono commossa, e mi sono arrivate immediatamente alcune considerazioni riguardanti il rapporto di coppia.
Spesso accade di sentirsi pari all’altro se o quando si è a lui/lei uguale, nelle capacità, nelle opportunità.
La parità, invece che all’uguaglianza, a me rimanda piuttosto ai concetti di equilibrio e di armonia.
Questa mirabile statua mostra un uomo e una donna, Memi e Sabu perfettamente armonici e allineati. L’uomo non protende la gamba sinistra nella tipica posa maschile delle statue egizie, i piedi sono vicini, così come quelli della donna; con un caldo abbraccio appoggia la mano sinistra aperta sul cuore di lei, in segno di protezione, l’altra mano chiusa a pugno ben definisce il suo ruolo maschile; lei ricambia l’abbraccio, cingendo la vita di lui, come a donargli sostegno, supporto, nel suo chiaro ruolo di donna.
Un aspetto che mi ha molto colpita è lo sguardo dei due: entrambi guardano avanti, in direzioni simili, ma differenti. Come ad intendere il procedere verso una direzione comune, mantenendo tuttavia le rispettive prospettive, individualità, scelte.
Inoltre tra i due corpi, pur così uniti, confidenziali, intimi, c’è uno spazio. Mi viene in mente la mirabile poesia sul matrimonio del poeta libanese Khail Gibran:
“…E restate uniti, benché non troppo vicini insieme, poiché le colonne del tempio restano tra loro distanti, e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altra”.
Franca Soavi
Art: Memi e Sabu, New York Met
GIU
2019