Il desiderio di essere capiti, la necessità profonda che l’altro comprenda un nostro dolore, una difficoltà, un’esigenza, un moto dell’anima, spesso nasconde il bisogno, più o meno consapevole, di essere commiserati, consolati, compatiti, mantenuti in una presunta situazione di svantaggio, che paradossalmente e grottescamente diventa l’orgoglio e la superiorità di un piccolo io incapace di osservare altro che le sue miserie.
“Nessuno mi capisce” diventa allora un inno all’isolamento, una scusa dell’ego per rimanere nell’identità di vittima, per non prendersi la responsabilità delle proprie sventure e decidere di affrancarsi da esse, imparando il loro messaggio ma guardando al futuro con fiducia e determinazione.
Uno dei limiti della comunicazione fra l’altro è proprio quello rappresentato dall’aver fatto un’esperienza comune, simile. Può capire solo chi è ci passato…
Ebbene, un livello superiore e più autentico di consapevolezza, a un livello superiore rispetto al capire c’è l’ accettare, accogliere, AMARE.
Posso capirti, ma giudicarti, non accoglierti.
Posso capirti, ed entrare in risonanza con te ad un livello basso di energia, perpetrando la lamentela, il dolore, la rabbia.
Viceversa posso forse non capirti, perché non ci sono passato, tuttavia posso accoglierti, accettarti, entrare in risonanza con te da Cuore a Cuore, oltre le esperienze di vita, oltre la storia personale, da Essere a Essere.
Dove la mente ha limiti, l’Amore può tutto.
Ecco perché non cerco (più) per forza di capire, e mi occupo di amare.
Di conseguenza quando l’Amore fluisce, arriva anche la comprensione profonda…😃
Franca Soavi
Foto: Highline, New York
FEB
2020